Letture critiche [i metaloghi] |
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Il metalogo è una conversazione immaginaria tra un padre e una figlia su un argomento problematico. Inizia sempre con una domanda della piccola figlia, domanda che permette a papà Bateson di introdurre le sue teorie. I metaloghi non terminano mai con certezze, ma lasciano la possibilità di porsi molte altre domande. E' un modo di presentare le idee molto diverso da quello al quale siamo abituati (ipotesi, dimostrazione delle ipotesi e conclusioni), per questa ragione il lettore può rimanere, almeno ad un primo approccio, perplesso. Ma se da un lato Bateson sostiene l'importanza dell'accrescimento della conoscenza fondamentale, dall'altro lato attraverso i metaloghi egli ci fornisce un esempio concreto di cosa significhi avvicinarsi a un problema con una atteggiamento conoscitivo e di come dei dati oggettivi possano essere utilizzati con un intento euristico, piuttosto che con una forzatura atta a incasellare i dati dentro una teoria di riferimento. I metaloghi costituiscono una specie di condensato delle idee batesoniane. Prendendo a prestito il titolo di un capitolo di "Mente e natura", potrebbero avere come sottotitolo "Ogni scolaretto sa…", poiché nello scambio di battute tra padre e figlia accade spesso che la bambina conosca intuitivamente delle verità epistemologiche, concetti che le persone dimenticano quando a scuola si insegna a comprendere il mondo attraverso un processo induttivo. Nel metalogo "Perché le cose finiscono in disordine?" il padre innanzitutto aiuta la figlia a dare una definizione del concetto di disordine e successivamente cambia la domanda includendovi la soggettività della parola "ordine" ("perché le cose finiscono in qualcosa che Cathy chiama non-ordine?"). Anche nell'esperienza quotidiana della piccola Cathy è evidente che ci sono pochissimi modi "ordinati" e infiniti modi "disordinati", quindi, conclude Bateson, è statisticamente molto più probabile che le cose si combinino in disordine. E' ciò che Bateson sotiene anche nel metalogo "Perché le cose hanno contorni?". Qui viene riportato come esempio l'episodio di Alice nel paese delle meraviglie in cui si gioca a croquet con le mazze-fenicottero e le palle-porcospino. Bateson fa notare alla figlia che in questo modo le traiettorie saranno del tutto imprevedibili, dal momento che i fenicotteri possono piegare il collo e i porcospini rotolare dove vogliono. Queste riflessioni riportano a una delle asserzioni scritte in "Mente e natura", le successioni divergenti sono imprevedibili: è errato pensare che la scienza possa prevedere tutto, poiché ci sono eventi imprevedibili. Ad esempio se colpiamo un vetro nessuno potrà stabilire a priori dove si verificherà la crepa, il modo in cui correrà la frattura; allo stesso modo se si sottopone una catena ad una trazione non sapremo quale sarà la maglia della catena che si spezzerà. Per prevedere queste cose non basta aumentare le conoscenze scientifiche. Nel metalogo "Perché i francesi…?" la figlia si chiede perché i francesi muovono sempre le braccia. Dopo poche battute la domanda iniziale è mutata in "supponiamo che […] smetta improvvisamente di gesticolare, e parli soltanto. Che cosa penseresti?". Questo è il modo in cui conosciamo la realtà: riceviamo informazioni dalla differenza. Bateson parla inoltre del linguaggio non verbale, un canale di comunicazione con il quale le persone si scambiano messaggi di tipo logico diverso rispetto al linguaggio parlato. Il gesticolare sembrerebbe voler comunicare "non sono arrabbiato con te" con un canale dove l'uso del "non" è inesistente e quindi è solo utilizzando un'aggressività mimata senza arrivare all'attacco fisico che si comunica "non ti attaccherò". Questo concetto viene trattato anche nel metalogo intitolato "Che cos'è un istinto?", quando padre e figlia parlano del comportamento animale. In questo colloquio Bateson spiega alla figlia che l'istinto è un principio esplicativo, cioè è una costruzione di un teorico e somiglia ad una etichetta, "una specie di accordo convenzionale tra scienziati perché a un certo punto si smetta di cercare di spiegare le cose". Per questo un principio esplicativo -a dispetto del nome- non spiega niente; ne consegue che un elevato numero di concetti esplicativi in un ramo della scienza non la aiuta a progredire in quanto non ha valore euristico. Anche una ipotesi è una costruzione dello scienziato, ma essa tenta di spiegare le cose, mettendo in relazione dei fenomeni. Il concetto di istinto, così come il modello S-R, si è rivelato limitato a spiegare tutta la gamma dei comportamenti animali. Un buon modello di comprensione è secondo Bateson la teoria della comunicazione, che tiene conto delle caratteristiche del linguaggio non verbale. Gli animali non possiedono un comportamento che significhi "non", per questo procedono per opposti: giocano a lottare per dirsi che non sono nemici, si mostrano i denti e ringhiano per dirsi "non ti attaccherò", i cuccioli si mettono sulla schiena, mostrando la pancia -la parte del corpo più vulnerabile- per dire "non mi ucciderai". Naturalmente, essendo il linguaggio non verbale di tipo analogico, è anche possibile fraintendersi. E' questa la stessa logica esistente nel linguaggio onirico, dove ogni sogno ha un significato se viene messo in relazione con i fatti della vita quotidiana, ma il sogno non dice a quali fatti debba essere messo in relazione. In "Dei giochi e della serietà" è particolarmente interessante la struttura del metalogo in quanto l'autore ci dà un esempio di cos'è il gioco senza descriverlo, ma mettendolo in pratica. Anche la relazione tra i due interlocutori emerge maggiormente in questo metalogo, dove Cathy -nel dare le definizioni di "gioco" e "serio"- cade in un paradosso, un imbroglio, come lo chiamano padre e figlia. Per giocare bisogna conoscere le regole e distinguere i tipi logici, perché "giocare è una cosa seria" ma quelli che imbrogliano al gioco "trattano il gioco come se fosse una cosa seria". Come il gioco, anche queste conversazioni hanno delle regole, che devono essere condivise da entrambi i partecipanti perché ci possa essere parità tra loro. Bateson utilizza volutamente le sue spiegazioni allo scopo di creare confusione nel discorso e nell'interlocutrice, ciò che gli permette di introdurre alcune importanti affermazioni: "…se tutti e due parlassimo sempre in modo coerente, non faremmo mai alcun progresso […] Se non ci cacciassimo nei pasticci, i nostri discorsi sarebbero come giocare a ramino senza prima mescolare le carte […] Allo stesso modo, per pensare idee nuove e dire cose nuove, dobbiamo disfare tutte le idee già pronte e mescolare i pezzi". Le regole su cui sono basati i discorsi tra padre e figlia sono tuttavia quelle della logica. "Quante cose sai?" è un brano che parla di confusione tra tipi logici e di epistemologia. Bateson risponde alla figlia che sa un chilo di cose, dato che il cervello umano pesa circa un chilo; è come se dicessimo di avere porci e noci di cocco nella testa quando pensiamo ad essi. Sicuramente è più saggio riflettere su come i pezzi del sapere sono intrecciati insieme, su cosa sappiamo sul sapere e adottare la bella immagine che Cathy propone al termine del dialogo: un solo grande pensiero che ha tanti rami. Essa sintetizza l'idea propugnata da Bateson: la struttura che connette, la sacra unità della biosfera, il concetto che tutte le realtà viventi sono connesse, hanno le caratteristiche proprie della mente e per questo possono essere comprese attraverso un modello comune, quello della cibernetica e della teoria dei sistemi. Nel metalogo "Perché un cigno?" viene analizzato il significato della locuzione "specie di". Essa stabilisce una relazione tra due cose, è un modo di descriverle utilizzando la metafora. A volte qualcosa può essere sia una metafora che un sacramento: si pensi al pane e al vino che per i non cattolici sono una specie di sangue e carne, ma per i cattolici sono sangue e carne, come in un tentativo di far coincidere la mappa con il territorio. Esiste un seguito dei metaloghi riportati in "Verso un'ecologia della mente" ed è "Dove gli angeli esitano", libro scritto a quattro mani con la figlia Mary Catherine.
… Preparando il manoscritto "Angels Fear" ebbe, finalmente la possibilità di mettere le parole in bocca al padre, così come lui aveva fatto con lei. Lo fece scrivendo una serie di "Metaloghi" per il libro e li descrive così: "Sono solo veri, e solo finti, come i metaloghi che Gregory scrisse personalmente... sembra importante sottolineare che la relazione padre-figlia continua ad essere un veicolo piuttosto preciso per gli scopi che Gregory voleva raggiungere perchè questo serve a rammentare che il dialogo si muove sempre tra intelletto ed emozione, discute sempre tra relazione e comunicazione all'interno e attraverso i sistemi.... Mi sono persino permessa, alla fine, di emergere dal ruolo di figlia dei metaloghi e scrivere con la mia voce di adesso" [pag. 4 Angels Fear]. Dr.ssa Cecilia Coccia |
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